Τετάρτη 11 Οκτωβρίου 2017

I risultati delle elezioni tedesche dimostrano che non esistono più isole



di Raphael Glucksmann (*)

 Una partita elettorale non porta in primavera. Né in inverno. Il giorno Brexit e l'elezione di Trump, un vento di pessimismo soffiava in Occidente: lo tsunami ethnikolaikistiko sembrava invincibile, il Marine Le Pen può vincere o osservato un alto tasso che sarebbe stato impossibile per la Francia di governare e in Europa riformato. Era un "segno".

Dopo le elezioni e la vittoria di Macron, il clima è stato invertito. Il giovane re di Francia avrebbe funzionato con acciaio cancelliere della Germania per ristabilire l'Unione europea per ripristinare l'idea democratica e salvare il pianeta. Era un "segno".

Eppure! L'ultima inversione viene da dove meno te lo aspetti, dalla Germania, standard di stabilità politica, senza populismo, un paese il consenso di alta e bassa disoccupazione che sembrava innestato dall'estremismo. Il risultato deludente, ma di Angela Merkel, l'ascesa della alternativo per la Germania e le prospettive costituzione di una coalizione con i liberali ei Verdi che tutti separano li vengono a ricordare che le democrazie occidentali non possono essere morti, ma rimangono sempre malato.

In "Candide", l'ottimista e il pessimista Pangklos Martin sono due facce della stessa negazione della realtà. Né il declino è fatale né il progresso inevitabile. C'è solo un mondo caotico, a cui dobbiamo lavorare e lottare.

Sono state presentate due spiegazioni per far luce sui risultati delle elezioni tedesche. Uno è la paura dell'altro: Merkel ha salvato l'onore dell'Europa aprendo le porte a un milione di profughi e AfD sulla base di questo il 90% della campagna. L'altra spiegazione ha a che fare con quelli lasciato dal "miracolo tedesco": i successivi governi tedeschi hanno cercato una massiccia riduzione della disoccupazione al costo di un altrettanto massiccio aumento i lavoratori poveri.

Ma c'è un terzo modo di leggere questi risultati, ha aggiunto altri due senza negare: l'impossibilità dell'esistenza di un'isola. La Germania non è più un'eccezione. La crisi che subisce le democrazie liberali non si ferma alle sue frontiere. Per 70 anni, i ricordi del nazismo hanno protetto la Germania dai fenomeni antiparlamentari. Non succede più. La storia ha in qualche modo portato la Germania fuori dal mondo. Ma il paese sta tornando ad essa oggi e diventando un paese come tutti gli altri. E le elite di Berlino capiscono che se non si muovono rapidamente, tutto può essere messo in discussione.

la scritta "Dove il rischio cresce cresce e salvezza" Chelnterlin. È vero, tenendo conto di questo rischio quando si avvicina. Speriamo che la Merkel conosca i suoi poeti.



(*) Raphael Gulman è un giornalista della rivista L? Obs

 Fonte: L? Obs)

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