Πέμπτη 25 Αυγούστου 2016

Molte domande e critiche il giorno dopo il terremoto mortale in Italia




Molte domande e critiche il giorno dopo il terremoto mortale in Italia



Le domande e le critiche si moltiplicarono il giorno dopo il terremoto che ha colpito l'Italia centrale, causando 250 morti e le meraviglie di stampa italiane, non senza indignazione, perché quella catastrofe umanitaria prevedibile non poteva essere evitato.

Dopo il disastro, il bilancio delle vittime ha continuato a salire come il paese ha notato l'entità del danno, osserva la relazione della regione di stampa francese rete televisiva BFM terremotate. E niente indica che lo stock di 250 morti non salirà.

I comunicati parla italiane oggi su immagini di guerra e corrispondenti sul luogo del disastro confrontano terremoto-villaggi bombardati città. Tale è la distruzione che mostra le foto che i lettori li perdonano questi eccessi. Amatritse, Akoumoli, Pescara del Tronto ... I nomi dei villaggi quasi cancellata dalla mappa si ripetono più e più volte a siti informativi e canali TV.

Ma ci sono molte domande che sorgono. Negli editoriali dei giornali, i titoli di articoli e interviste di esperti sembra essere un risentimento preciso, in particolare per il gran numero di morti. Per contrastare tali critiche, il primo ministro Matteo Renzi, che è stato chiesto ieri in merito alla questione, ha detto prima del gran numero di turisti che visitano piccoli villaggi quando sono stati colpiti dal disastro. In Amatritse, per esempio, i turisti erano arrivati ​​in massa nei giorni scorsi, in vista del 50 ° festival di Amatritsiana, questa caratteristica della ricetta gastronomia italiana per gli spaghetti che proviene dal villaggio. Poi il Presidente del Consiglio italiano ha ricordato che tutti questi villaggi sono costruiti attorno a secoli passati storici centri, "molto bello, ma che rischio molto di più" per collassare da un terremoto.

Per molti commentatori, queste spiegazioni poveri sono sufficientemente conto e molto pesante era qualcosa che potrebbe essere fornito al posto dello stesso terremoto. L'Italia è uno dei paesi più a rischio sismico in Europa e questa particolarità è ben noto.

"L'Italia è in qualche modo destinata ad avere terremoti e sapevamo questo sempre", scrive il quotidiano online Linkiesta. "Più di un terzo dei 1.300 terremoti più devastanti che si sono verificati nel secondo millennio nel Mediterraneo sono stati registrati in Italia", continua il sito web informativo. Il punto non è quello di diventare fatalisti, spiega, ma per evidenziare il fatto che i governi successivi non sono riusciti a inculcare nel paese una vera cultura per prevenire i disastri da terremoti. "Noi siamo molto di più", ha confermato Francesco Perntouto, il Presidente del Consiglio italiano dei geologi.

Per spiegare questo risultato formidabile dovrebbe essere preso in considerazione molti fattori. Vi è in primo luogo la posizione geografica della stessa Italia, tra due placche tettoniche, con conseguente, come ricordato in Il Fatto Quotidiano, 24 mil. Persone che vivono nella zona sismica 1, che ha il più alto rischio (la scala va da 1 a 4). Questa zona pericolosa attraversa tutto il paese da nord a sud (da Toscana settentrionale alla Sicilia).

Nonostante questi dati, non c'è ancora un grafico per registrare gli edifici sono in tali zone pericolose. Tale mappa chiedono a gran voce per i geologi, ma il governo non ha risposto, ricorda il Il Fatto Quotidiano, che oggi pubblica un dossier sulla responsabilità politiche per la catastrofe umanitaria causata dal terremoto.

"L'80% degli edifici in aree ad alto rischio non potevano permettersi in un terremoto come l'ultimo di una notte", dice delle colonne del giornale Alessandro Martel, specialista ingegnere in ingegneria sismica e ricercatore.

In tutta Italia, l'80% degli edifici sono strutture storiche risalenti a prima del 1981, ricorda Martel in BFM. Il 1981 fu un anno importante perché poi, dopo il devastante terremoto in Irpinia nel novembre del 1980, che aveva ucciso circa 3.000 persone in Campania, è stato necessariamente attribuito le norme antisismiche in tutte le costruzioni. Di conseguenza, oggi a rischio, molti edifici pubblici come scuole o ospedali, perché solo le scuole, per esempio, il 50% costruito prima del 1981.

Il sismologo Massimo Coco sottolinea nel suo articolo Fatto Quotidiano che la normativa non richiede la regolazione di tali edifici a norme antisismiche al di là dei loro componenti. I comuni e le regioni hanno solo fine di eseguire studi sulla questione se gli edifici vulnerabili dispongono. E poi, se vogliono migliorare o no.

Il Corriere della Sera sottolinea, quasi a sfidare l'argomento Matteo Renzi sulle minacce centri storici, per loro stessa natura, che a L'Aquila nel 2009 è crollato altrettanto vecchi e nuovi edifici. Quindi non è tanto l'età che conta, come se fossero stati riparati o meno.

Dopo il terremoto a L'Aquila, 2 mil. Di euro stanziato per la ristrutturazione dell'ospedale Amatritse, un fondamento della posizione strategica, nella zona del terremoto, è stato anche salvato dalla chiusura. Ma questi fondi non sono mai utilizzati, rivela il Il Fatto Quotidiano. E durante la notte Martedì a Mercoledì, l'ospedale semplicemente crollato.

A differenza di molti giornali, tra cui La Repubblica, oggi accolto con favore il lavoro svolto a Norcia, vicino all'epicentro, e ha permesso la città per sfuggire al peggio.

Secondo i ricercatori intervistati da Il Fatto Quotidiano, la priorità è quella di aumentare i finanziamenti e l'educazione in materia di prevenzione.

"Il governo dovrebbe garantire che ogni volta che un importo nel suo bilancio, al fine di garantire la sicurezza dei terremoti più di un decennio", dice Alessandro Martel. "Invece ogni volta che dicono che non ci sono soldi, che peggiora la situazione."

Secondo Linkiesta, i fondi destinati alla prevenzione terremoto sono diminuiti di 145 mil. Di euro nel 2015 a 44 milioni. Di euro di quest'anno.

"Dovremmo iniziare una società di formazione seria che renderà la popolazione più consapevole dei pericoli che esistono nei territori risiede", conclude la parte di risposta Francesco Perntouto a Il Fatto Quotidiano.

Il Presidente del Consiglio italiano dei Geologi aggiunge che, secondo diversi studi, il 20% al 50% dei decessi che si verificano durante un terremoto nelle zone sismiche a causa di comportamenti scorretti.

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